29 lug 2014

Agri e Pesco Coltura, Sibaritide in ginocchio. Interrogazione parlamentare del Senatore Buemi per interventi urgenti. Non vi sono alternative per quest'aerea

Agricoltura e pesco-coltura, la Sibaritide è in ginocchio. A causa della crisi di domanda ma anche per la concorrenza internazionale. Servono interventi urgenti per dare ossigeno alle centinaia di imprese che operano nel settore.

A farsi interprete e portavoce delle istanze e delle esigenze di sopravvivenza stessa dell’economia di questa vasta ed importante area della provincia di Cosenza è stato, nei giorni scorsi, il senatore socialista Enrico Buemi che ha rivolto un’interrogazione ad hoc al Ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina. – Ad interessare BUEMI della gravissima questione aperta è stato l’assessore provinciale al governo del territorio Leonardo Trento, a dopo aver incontrato ed ascoltato nei giorni scorsi Cristian Vocaturi, segretario provinciale dell’Ordine degli agrotecnici di Cosenza e diverse organizzazioni di produttori.

L'Italia – dichiara Buemi nell’interrogazione – si caratterizza per la produzione di prodotti agricoli di alta qualità e tra di essi la pesco-coltura, ma anche le altre tipologie praticate nella piana sibarita (Calabria), dalle famose clementine, alle arance, agli ortaggi, ai vigneti. I dati che provengono dall’agricoltura della Sibaritide – prosegue – sono impietosi e ci dicono incontrovertibilmente che in questo particolare momento storico il settore è sempre più in ginocchio per la crisi di domanda e per la concorrenza internazionale molto agguerrita. Centinaia di aziende, cooperative, piccole e medie, che danno lavoro a migliaia di persone rischiano seriamente la chiusura e ciò perché il mercato delle vendite anche quest’anno conferma un trend molto negativo. Relativamente alle vendite riferite alla campagna in corso – precisa BUEMI – si registrano i seguenti dati riguardanti la pesco-coltura: il prezzo al kg di prodotto, al lordo del costo di condizionamento e trasporto, varia da 0,85 € a 0.55 € a secondo della categoria e del confezionamento. La riduzione del prezzo di vendita rispetto alla precedente campagna è del 35-40% e con una riduzione delle quantità prodotte rispetto alla precedente campagna pari al 10%. Il costo di condizionamento e trasporto – da detrarre dai prezzi di vendita – incide per 0,35/0,40 euro/Kg. Si registra, inoltre, un calo dei consumi rispetto al 2013 di almeno il 20 - 25%. – Alla luce di questa fotografia allarmante, il senatore socialista chiede al Ministro MARTINA che vengano attuati nell’immediatezza interventi per dare ossigeno alle centinaia di imprese che operano nel settore della pesco-coltura.

Riteniamo – dichiara Leonardo Trento – che non possa sfuggire alla sensibilità del Ministro Martina, al quale vanno i nostri complimenti per il decreto col quale il Governo mette sul mercato 5.500 ettari di terre pubbliche e che saranno disponibili i vendita o in affitto per i giovani imprenditori agricoli, la situazione drammatica di cui si è fatto carico ancora una volta, su nostro interessamento, il senatore BUEMI, vicino e amico della Calabria. Alla Sibaritide – prosegue – non restano altre strade da percorrere se non quelle dello sviluppo sostenibile e dell’agricoltura di qualità. In questo quadro di nuove consapevolezze sul futuro agricolo della Piana e di cui anche gli imprenditori del settore sono ormai sempre più attivi protagonisti urge tuttavia, almeno in questo momento, un intervento del Governo, quanto meno – conclude Trento – per frenare quella che appare una vera e propria inarrestabile emorragia, dagli effetti pesanti su tutti gli altri comparti.

18 lug 2014

Soddisfazione per la vendita dei primi terreni comunali gravati da uso civico

Il Partito Socialista di Cariati esprime soddisfazione per la conclusione del procedimento relativo alla vendita dei terreni comunali gravati da uso civico, con affissione all'albo pretorio dell'ente delle prime delibere.
 
La giunta comunale, nella seduta di ieri, ha deliberato le prime vendite (legittimazione ed affrancazione) in favore dei cittadini richiedenti, rendendoli di fatto proprietari dei terreni occupati da tempo, in applicazione del procedimento semplificato previsto ai sensi della LR.18/2007.
 
E' indubbiamente un risultato storico che, seppur con qualche ritardo, vede finalmente riconosciuta ai primi "nuovi proprietari" la piena disponibilità dei suoli detenuti in possesso da tempo, con conseguente ricaduta positiva sui settori immobiliare ed edile fortemente penalizzati dalla crisi economica.
Sono le prime pratiche che vanno a buon fine e completano l'iter, a fronte di un enorme mole di lavoro di preparazione che, noi socialisti, ci auguriamo possa continuare ed essere utlimata nel più breve tempo possibile, al fine di poter soddisfare le attese di tutti i soggetti interessati.
 
Ringraziamo tutti coloro i quali hanno contribuito a centrare questo risultato, in primis i dipendenti comunali facenti parte del progetto "usi civici" ed i tecnici esterni PId, invitandoli a continuare questo percorso positivo, frutto di un fattivo lavoro di squadra. Al contempo, considerata la necessità improcrastinabile di chiudere tutte le pratiche in giacenza, tra quelle in possesso dei requisiti di legge, invitiamo l'amministrazione comunale ed il dirigente dell'ufficio comunale preposto ad istituire uno SPORTELLO USI CIVICI al fine di fornire assistenza ed informazione a tutti i soggetti interessati, nel integrare e/o fornire la documentazione mancante per ultimare l'iter istruttorio.

17 lug 2014

Trivellazioni Ionio: scarsa considerazione dei territori e disattese le motivazioni contrarie. Deputati e Regioni si confrontino col Governo

La scelta del Governo nazionale che, attraverso il decreto ministeriale del 9 giugno scorso, autorizza la Società “Appennine Energy Spa” ad effettuare ricerche nel mare Ionio non tiene conto delle deliberazioni di ferma opposizione dei Comuni, della Regione e delle Province, sostenute da tutti i comitati, dell'area interessata. Ma non tiene soprattutto conto dell’identità e delle ambizioni turistiche e sostenibili dei nostri territori e della biodiversità di cui è fonte preziosa il mar ionio. Così facendo il Governo dimostra disattenzione grave e scarsissima considerazione rispetto ai territori ed alle comunità. Sceglie purtroppo la strada della prevaricazione e della sottomissione della volontà democratica e dell’autodeterminazione popolare ad interessi privati o comunque non minimamente confrontabili, per importanza, all’ingente e storico danno prodotto alle popolazioni ed alle future generazioni.
 
È quanto dichiara l’assessore provinciale al governo del territorio Leonardo Trento per il quale la presenza di cimiteri industriali ed inquinanti disseminati sul territorio di quella che fu la Magna Graecia, da Crotone a Sibari a Taranto, da una parte avrebbe dovuto indurre il Ministro dello Sviluppo Economico ad una maggiore ponderazione dei danni prodotti fino ad oggi e dei reali interessi generali in gioco in quest’area; dall’altra, deve spingere questo territorio a sollevarsi senza se e senza ma contro quest’ulteriore, scellerata e mortifera imposizione dall’alto.
 
Tutte le motivazioni a sostegno del NO – spiega Trento – sostenute con forza qualche mese addietro e che sembravano aver convinto il Governo a cancellare definitivamente dalla propria agenda le ricerche di idrocarburi nel nostro mare sono state inspiegabilmente mortificate e disattese da una discutibile scelta del Ministro Guidi di favorire le lobby del petrolio; le stesse che hanno subito approfittato della volontà del Governo Renzidi raddoppiare la produzione di gas e petrolio italiani a danno dei territori. Confermiamo – conclude – la nostra contrarietà alle trivellazioni e chiediamo ancora una volta a gran voce alla deputazione parlamentare tutta e alla Regione di interloquire con i ministeri preposti per far rispettare gli impegni presi nei mesi scorsi e revocare immediatamente la concessione rilasciata alla società “Appennine Energy Spa”.

11 lug 2014

Lettera aperta al Presidente Matteo Renzi. Caro Renzi, in Calabria ti giochi credibilità e non puoi non fartene carico

Gentile Presidente Renzi,

sulla questione Calabria Lei rischia ormai di giocarsi tutta la credibilità riformatrice e rottamatrice costruita e consolidata fino ad oggi. L’idea ormai che tanti calabresi intellettualmente onesti si sono fatti è che, sulla immutabilità dei vizi incancrenitisi nelle dinamiche politiche ed istituzionali di questa regione, debba fatalmente scontrarsi e perire qualsiasi ansia e volontà di rinnovamento nazionale. – Mi domando, può continuare ad andare così? Può, ovunque in Italia, essere issata la bandiera del cambiamento generazionale e della classe dirigente, tranne che in Calabria? Anche noi Calabresi possiamo finalmente sperare in una inversione di rotta anche in questa terra maledetta e refrattaria ad ogni stimolo e suggerimento di novità?

Io penso di sì, Presidente Renzi. E come me tantissimi Calabresi, giovani e meno giovani che ancora credono, sperano e si impegnano affinché la bella ventata di rinnovamento che sta accompagnando e spiegando molte delle sue iniziative politiche e di governo possa infrangersi contro il vero e proprio muro di gomma politico che ancora resta in piedi dal Pollino allo Stretto. – Non può fallire e morire in questa regione, già distrutta da un ventennio di scelte sbagliate e dagli ultimi cinque anni di fallimento plateale del centro destra, il sogno di incamminarci, insieme alle altre regioni del Sud, su quella strada del rinnovamentodell’efficienza, dell’ammodernamento e della competitività del Paese sulla quale Lei non sta lesinando sforzi contro ogni ondata conservatrice. – La Calabria ed i calabresi hanno bisogno di confrontarsi sui contenuti, sulle grandi emergenze ereditate e da governare, sulle grandi sfide europee ed opportunità mediterranee da cogliere e da anticipare, sulle grandi direttrici di sviluppo sostenibile e durevole per troppo tempo piegate alle logiche asfittiche di una classe e di una generazione politica che non ha saputo guadare oltre il proprio naso!

Eppure di tutto ciò, di contenuti e programmi non si parla in questa regione. E si assiste da mesi ad un duello muto su nomi, diktat e tatticismi del tutto sganciato dalla realtà e dalle esigenze quotidiane di quanti, imprenditori, associazioni, professionisti e studenti vivono, lavorano e hanno deciso, nonostante tutto, di restare e provare ancora, forse per una ultima volta, a credere in futuro diverso e migliore per questa terra; nelle sue mille potenzialità, inespresse, latenti e spesso sottovalutate da chi aveva la possibilità di cambiare (e non l’ha saputo fare!) le sorti di questa regione e di frenare l’emorragia di intelligenze, energie e forza lavoro.

In una regione senza alcun governo, con un esecutivo di fatto decaduto ed una maggioranza di centro destra che non c’è piùcon un apparato burocratico ormai allo sbando Ã¨ assurdo dover assistere all’autolesionismo del PD invischiato in estenuanti balletti di nomi, all’indecisionismo di un centro sinistra incapace di spiegare ai calabresi la sua idea alternativa di Calabria ed all’autodistruzione del capitale di consenso e fiducia nella voglia di rinnovamento che i calabresi hanno già dimostrato alle ultime europee. – Qui e adesso si vuole cambiare pagina e passo da tutti i punti di vista, Signor Presidente. E LEI NON PUÃ’ NON FARSENE CARICO! La Calabria, quella della gente e della base, ha bisogno di voltare pagina ed il Pd deve essere in grado di dimostrarsi capace di rappresentare a tutti gli effetti questa insopprimibile ansia di rinnovamento degli uomini e delle politiche. Altrimenti sarà il fallimento finale della Calabria e, con essa, l’avvio al fallimento della straordinaria stagione di rinnovamento politico da Lei incarnata.
Cosenza, 11 luglio 2014
Leonardo Trento
Assessore provinciale governo territorio Provincia di Cosenza

4 lug 2014

Turismo, nuova Regione punti su marcatori identitari

Turismi, marcatori identitari agroalimentari e sviluppo, se la Calabria dei prossimi anni vuole recuperare molto del tempo e delle grandi occasioni perse in questi anni di sprechi e di scelte miopi e sbagliate, il prossimo assessorato regionale al turismo, strumento istituzionale del quale siamo stati purtroppo ed inspiegabilmente privati in quest’ultimo quinquennio, dovrà puntare strategicamente sulle risorse identitarie dei territori di tutte e cinque le province. Per prendere anzi tutto atto di ciò che già c’è ma che non viene ancora considerato risorsa per la regione. Per ricucire in una cornice coerente ed efficace in termini di marketing le migliori esperienze locali, gli eventi e le tradizioni popolari riproposte da decenni ed in molti casi da secoli. E per riuscire ad offrire all’esterno, sui grandi mercati e flussi turistici internazionali, una proposta unica, completa, multilingue e, quindi, capace di intercettare quanti – e sono milioni in Europa e nel mondo – partono e si spostano alla ricerca di questa precisa e ricca tipologia di offerta turistica. È quanto dichiara l’assessore provinciale al governo del territorio Leonardo Trento complimentandosi con gli organizzatori di due importanti eventi territoriali (BIOS FIERA a Laino Borgo e la Fiera dell’Aglio testa rossa a Fagnano) che, nei giorni scorsi, sono riusciti a ribadire ed a far condividere l’importanza di destinare maggiore attenzione a quei marcatori identitari che altrove, anche in regioni limitrofe come la vicina Basilicata, sanciscono casi di successo e determinano occasioni e realtà di sviluppo e promozione da noi sconosciute! 

La Calabria intera – prosegue Trento – è un vero e proprio dedalo di biodiversità ed un laboratorio di eventi storici, tradizioni secolari, fiere e feste quasi sempre collegate a produzioni agroalimentari d’eccellenza e che in molti casi hanno anche rappresentato, in un passato non troppo lontano, la ragione stessa di sussistenza e di crescita di tanti territori. Penso ad esempio all’arancia bionda tardiva di Trebisacce o ai piselli di Amendolara nell’alto ionio, così come all’aglio testa rossa di Fagnano o alla lenticchia di Mormanno o all’extravergine Dolce di Rossano nella Sibaritide, per non parlare di esperienze già più riconosciute come quella della cipolla di Tropea, del Moscato di Saracena, del vino nel Cirotano, del bergamotto in provincia di Reggio Calabria o del cedro sul Tirreno cosentino. Ma mi viene in mente anche l’ultra cinquecentenaria Fiera della Ronza a Campana o la Festa della Transumanza nei comuni dei Crotonese. Ciò che purtroppo è mancato in questi anni è stata la capacità di riconoscere e valorizzare, in una cornice regionale, questo diffuso patrimonio inestimabile e che ha un suo mercato importante, in Italia ed all’estero: quello del turismo identitario, enogastronomico, delle tradizioni e dei paesaggi. Un turismo che non conosce stagioni, che si muove per emozioni e scoperte, che non teme gap infrastrutturali, che è culturalmente medio-alto e dotato di propensione alla spesa. Stiamo parlando di un segmento importante sul quale non è stato fatto nulla nella nostra regione, né da un punto di vista strettamente turistico; ma neppure in termini di investimento ragionato sulle tante realtà agroalimentari locali d’eccellenza o in via d’estinzione per sollecitare, utilizzando diversamente le ingenti risorse comunitarie, quello che da più parti viene ormai definito come il ritorno alla terra delle nuove generazioni. È a questa cornice che vanno destinate le risorse della nuova programmazione comunitaria, unitamente ad un indispensabile investimento sulla riqualificazione della ricettività, sulla rigenerazione dell’esistente, sulla riqualificazione e ri-funzionalizzazione dei nostri tanti centri storici (che sono autentici scrigni identitari e di qualità della vita), senza contare la conseguente tutela del paesaggio che deriverebbe da un più consapevole governo di queste leve di sviluppo turistico diverso e complementare a quello balneare. L’auspicio condiviso è che la prossima stagione di governo di questa regione possa davvero far immetterci sulla strada del turismo e dello sviluppo sostenibile, iniziando a puntare seriamente sull’identità e sulla capacità distintiva che questa terra ha e sulla quale può ancora esprimere nei prossimi tutta la sua competitività rimasta fino ad oggi inespressa e latente.
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