2 dic 2020

Mettere mano immediatamente alla rete ospedaliera regionale.

L’ospedale di Cariati aveva nel 2008 62 posti letto e costava al servizio sanitario regionale calabrese circa 7 – 8 milioni di euro all’anno. Il tasso di occupazione della struttura era dell’81,46%, a fronte di una richiesta minima del 75%, e i costi venivano interamente coperti da una produzione ospedaliera che riusciva addirittura a far chiudere i bilanci in attivo. 
Il solo reparto di ostetricia e ginecologia, nel quale nascevano più di 500 bambini ogni anno, produceva DRG (raggruppamenti omogenei di diagnosi – unità di misura della produzione delle strutture ospedaliere) per oltre 1,5 milioni di euro. Il tutto con due medici e personale paramedico ridotto, con numeri ampiamente maggiori rispetto ad altre strutture della nostra regione che avevano comunque a disposizione dotazioni organiche completamente diverse. 
Nonostante questi dati, che erano unici nel panorama sanitario regionale, il 2010 il commissario Scopelliti, per scelte esclusivamente politico – demagogiche, decise di chiudere l’ospedale di Cariati insieme ad altre 17 strutture della nostra Regione. Era facile per il commissario e per la pletora di dirigenti strapagati venuti dal nord calcolare su una cartina geografica i chilometri che distanziavano Cariati da Rossano, o da Crotone, o da Cosenza, senza tenere in alcuna considerazione il sistema infrastrutturale territoriale e, soprattutto, la strada statale 106. La scelta di Scopelliti & C., supportata anche da nostri concittadini, che come si ricorderà raccolsero firme a sostegno di quella scellerata decisione, lasciò il territorio senza alcuna copertura sanitaria e privò tutti i cittadini del nostro territorio di quel diritto alla cura e alla salute sancito dalla Costituzione della repubblica. 
Nessuno dei commissari governativi inviati dallo stato in Calabria in questi 10 anni ha mai voluto sentir parlare di riapertura del nostro ospedale. Tutti hanno messo sempre davanti a quel diritto i conti della sanità, che a dire loro, rappresentanti dello stato, erano più importanti della vita delle persone. 
Negli ultimi quattro anni, il palese conflitto di interesse di chi gestisce il nostro comune, ha impedito che si parlasse seriamente della riapertura dell’ospedale di Cariati. I compitini preconfezionati ponevano sempre la richiesta di una casa della salute che, per come dicono gli esperti, non serve assolutamente al territorio ed è in antitesi con la riapertura del nostro ospedale. Solo oggi, di fronte ad una concreta riapertura, qualcuno, con la faccia di bronzo che si ritrova, si ricorda di parlare anche di ospedale pubblico a Cariati. 
Sarebbe bastato trovare nel bilancio miliardario della sanità calabrese solo 8 milioni di euro. Eppure quei commissari inviati dallo stato a gestire la nostra sanità non hanno mai avuta la volontà di trovarli nei meandri di un bilancio che ogni anno eroga, però, in favore delle cliniche private della nostra regione oltre 250 milioni di euro. 
8 milioni e più sono gli euro che l’azienda sanitaria di Cosenza, guidata da tempo da commissari, per lo più amici degli amici, che difronte alla richiesta disperata del nostro territorio di riaprire l’ospedale pubblico, ha sempre fatto orecchie da mercante e poi, ahinoi, ha pagato a quei privati della sanità fatture per decine di milioni di euro per prestazioni di cui non vi è traccia all’interno dell’ASP. 
Un sistema collaudato di malaffare che, con la complicità di uno stato che attraverso i suoi commissari inviati in Calabria ha fatto finta di non vedere e non sapere, ha portato al tracollo la sanità calabrese. Uno stato che ha, però, di proposito penalizzato i cittadini che, in nome della tenuta dei conti, si sono visti cancellare il sacrosanto diritto alla cura. 
Sembra ora, con l'attenzione mediatica di queste settimane che le cose possano seriamente cambiare e che si è preso finalmente coscienza di questo fallimento totale della gestione della sanità calabrese. 
Mi auguro si possa aprire al più presto un dibattito serio, concreto e fattivo che sia capace di mettere finalmente al centro di ogni azione la tutela dei diritti dei cittadini, che chiuda i pozzi senza fondo della sanità privata e che, soprattutto, risarcisca i cittadini di quei territori come Cariati che 10 anni fa, per scelte scellerate, sono stati costretti a pagare il prezzo più alto in termini di offerta sanitaria di tutta la regione Calabria.

25 nov 2020

Ennesimo finanziamento regionale perso. Questa volta la disamministrazione iGreco penalizza i portatori di handicap del comune di Cariati

Ancora una volta i Cittadini cariatesi devono pagare il prezzo dell’incapacità politica e amministrativa della disamministrazione Igreco che, purtroppo, invece di interessarsi dei molteplici problemi di Cariati e dei Cariatesi continua solo ed esclusivamente nell’opera costante del dispetto personale nei confronti di chi ha il coraggio di schierarsi apertamente contro questo assurdo modo di fare politica e di gestire la cosa pubblica.

È dei giorni scorsi la notizia dell’erogazione da parte della Regione Calabria dei contributi ai sensi della legge N. 13/1989, “disposizioni per favorire il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati”, relativi all’annualità 2018.


Nel Nostro comune erano state presentate ben 5 istanze di 5 famiglie con al proprio interno portatori di handicap, che confidavano in queste risorse per realizzare opere finalizzate al superamento ed eliminazione di barriere architettoniche che costituiscono ostacolo alla mobilità del portatore di handicap.


Con decreto N. 1258/2020 del Dipartimento Infrastutture, Lavori Pubblici, Mobilità, è stato approvato l’elenco dei 33 comuni beneficiari per un totale finanziato di € 296.085,10.

In questo elenco, come nella quasi totalità degli elenchi di finanziamento in favore dei comuni calabresi predisposti dalla Regione Calabria negli ultimi 4 anni, non vi è traccia del Comune di Cariati che, purtroppo, per i nostri 5 sfortunati Concittadini, ha presentato la domanda in ritardo rispetto ai tempi previsti dalla Regione Calabria.


Questi Cittadini non potranno avere quindi, per colpa gravissima di questa disamministrazione comunale, nessun finanziamento che avrebbe consentito Loro di migliorare le condizioni di vita all’interno delle proprie case.


Mi chiedo, ancora una volta, cosa ci stiano a fare all’interno del palazzo questi incapaci, considerato che oltre a non produrre niente di buono per la collettività arrecano anche danni a persone tra le quali evidenziamo quelle che appartengono alle fasce più deboli della nostra società. 


Non è più possibile assistere inermi difronte a questo pietoso modo di amministrare il Nostro comune! È Necessario che i Cariatesi liberi, quelli senza padrone, che non tollerano più questo stato di cose inizino a ribellarsi ed a chiedere a gran voce di porre fine a questa penosa disamministrazione comunale che continua a dimostrare giorno dopo giorno di essere la peggiore di tutta la storia di Cariati.






22 nov 2020

Il sindaco di Cariati conferma ancora una volta la sua totale inaffidabilità e inadeguatezza a gestire gli interessi dei Cariatesi

Il sindaco di Cariati conferma ancora una volta la sua totale inaffidabilità e inadeguatezza a gestire gli interessi dei Cariatesi e continua a chiedere a destra e a manca l'attivazione di una Casa della Salute a Cariati, Casa della Salute che nessuno nel Nostro comune vuole. 

Tale assurdo comportamento disattende, però, i deliberati del Consiglio comunale di Cariati del 5 maggio 2020 e dell'11 ottobre 2018, consigli comunali convocati dal gruppo di opposizione, nel quali all'unanimità è stato stabilito di bandire ogni tipo di richiesta di attivazione a Cariati di una Casa della Salute. 

Nonostante tali deliberati, lo scorso 30 settembre, il sindaco con nota prot. 13656 ha diffidato il commissario ad acta per la sanità calabrese, il ministro della salute e il presidente della Regione Calabria all'immediata realizzazione della Casa della Salute nell'ex ospedale di Cariati. 

Un atto vergognoso che conferma, semmai ci fosse ancora la necessità di conferme, le reali intenzioni di questo sindaco e della maggioranza che lo sostiene sulla vicenda riapertura Ospedale di Cariati. 

Del resto nell'unico incontro con l'ex commissario ad acta Cotticelli avvenuto a Rossano il 6 settembre 2019, l'assessore Ciccopiedi in rappresentanza del comune di Cariati aveva richiesto solo ed esclusivamente di "Avviare in tempi stretti i lavori per l’apertura della Casa della Salute nell’ex Ospedale Cosentino e potenziare il Punto di Pronto Intervento (PPI)".  Niente altro! 

Tali comportamenti, del tutto personali e per nulla di istituzionali, non hanno fatto altro che danneggiare e penalizzare un intero territorio che è stato privato in modo vergognoso del diritto alla salute e che in queste settimane sta chiedendo a gran voce, soprattutto alla politica e alle istituzioni, solo ed esclusivamente il reinserimento dell'Ospedale di Cariati nella rete ospedaliera regionale per acuti. 

Del resto l'affermazione fatta questa mattina dalla commissaria dell'ASP di Cosenza nel corso della sua ispezione alla struttura ospedaliera di Cariati che il territorio vuole solo di una Casa della Salute, la dice tutta sulle reali intenzioni del sindaco di Cariati e della maggioranza che lo sostiene e sugli effetti prodotti nei soggetti preposti alla riapertura del Nostro Ospedale dai loro atti e dai loro comportamenti. 

Atti e comportamenti con i quali Il sindaco e la maggioranza che lo sostiene, hanno preso in giro i Cariatesi e hanno totalmente ignorato quanto stabilito dal consiglio comunale di Cariati. 

Nonostante queste evidenze, il sindaco e la maggioranza che lo sostiene, continuano negli incontri pubblici ad ergersi a paladini della riapertura del Nostro Ospedale, quando invece dovrebbero avere la decenza di mettersi da parte ed evitare di continuare a prendere in giro un'intera Comunità. 

Comunità che non deve mollare e deve lottare fino alla fine per far capire a chi decide le sorti della Sanità calabrese che la rivendicazione del Nostro Ospedale nella rete regionale per Acuti è un sacrosanto diritto al quale Noi Cariatesi non rinunceremo più.




10 nov 2020

13 giu 2020

Il Consiglio di Stato boccia l'ampliamento della Discarica privata di Scala Coeli

La quarta sezione del Consiglio di Stato in sede giurisdizionale ha respinto l'appello cautelare proposta dalla ditta Bieco srl contro l'Agenzia del Demanio per la riforma dell'ordinanza cautelare del TAR Calabria n°210 del 10 aprile 2020, concernente il decreto regionale del commissario ad acta di autorizzazione all'ampliamento della discarica di Scala Coeli. Un decreto "viziato" da un iter burocratico assai strano e rilasciato da un commissario ad acta nominato in sostituzione della Regione Calabria che ancora una volta aveva preferito "lavarsi le mani" sulla vicenda discarica di Scala Coeli e, soprattutto, senza che venissero tenuti in considerazione tutti i pareri negativi espressi dai vari uffici competenti e, soprattutto, di quello dell'Agenzia del Demanio relativo alla sdemanializzazione dell’area che avrebbero fatto si che mai si potesse rilasciare quella autorizzazione. 

Una bellissima notizia che ci auguriamo ponga definitivamente fine ad uno scempio ambientale perpetrato in danno di tutto il territorio del basso Ionio cosentino e dell'alto Crotonese.

Un ringraziamento sentito a Legambiente nazionale e, in particolare, al circolo "Nicà", che da sempre hanno portato avanti questa battaglia in difesa del nostro Territorio e della "Sua Bellezza" e che oggi può tirare, finalmente, un grandissimo sospiro di sollievo.

Legambiente che, in perfetta solitudine, ha proposto anch'essa ricorso al TAR contro il decreto della Regione Calabria n° 14284/2019 di autorizzazione all’ampliamento della discarica di Scala Coeli.

Infatti, ne il comune di Scala Coeli ne nessun comune del territorio, hanno inteso opporsi al decreto autorizzativo di ampliamento della discarica di Scala Coeli.

Addirittura, il comune di Cariati, nonostante, il deliberato all'unanimità del Consiglio comunale n° 37/2019 di invito alla giunta di costituirsi al TAR contro il decreto, stranamente, ha preferito non dare seguito a tale mandato facendo cadere nel dimenticatoio la vicenda discarica di Scala Coeli.

Mi auguro che questa sentenza ponga definitivamente fine a questa brutta pagina di malamministrazione della cosa pubblica e una volta per tutte chiuda la vicenda discarica di Scala Coeli. 

L'invito a Legambiente a non mollare ed a iniziare ad attivare le procedure di bonifica del sito già saturo della prima discarica realizzata in violzione di tutte le normative in contiguità di coltivazioni biologiche con produzioni agro-alimentari certificate e di qualità.

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